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SOLO CON ABATJOUR ovvero come ho salvato il mondo

"Loizzi grida visioni e le sue parole sarebbero pesanti come la nostalgia nera della notte se non fossero inframmezzate di nonsense e spunti satirici. Mentre tutto un concerto di lucine – le abatjour che danno il titolo allo spettacolo – regalano alla scena il sapore dolciastro di uno strano e scalcinato albero di Natale, intorno al quale ci si scopre bambini [...] Verrebbe voglia di restare, una volta calato il sipario, all’interno di quella scena in cui si è stati sequestrati, dove ci si è sentiti partecipi e della quale, uscendo, si sente già la mancanza. E verrebbe voglia di rivederlo, lo spettacolo, perché l’improvvisazione propria di Loizzi lo rende, ogni volta, differente." Mara Verena Leonardini



MI SONO ARRESO A UN NANO

"...questo non è il semplice spettacolo che il pubblico dimentica dopo essere uscito dal teatro; ti segue fin dentro casa, dorme con te, mangia con te, vive il più possibile, ti stravolge. Il racconto, dedicato a Piero Ciampi, poeta e cantautore maledetto e sfortunato, è ironico e violento, e questa violenza viene letteralmente tirata addosso al pubblico..." Giorgio Ventricelli - Teatro.Org
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"...tragicommedia scritta e interpretata da Massimiliano Loizzi, che ha il sapore di una serenata d’amore mescolata alla sofferenza e rabbiosi interrogativi di una vita solitaria. A fare compagnia al protagonista, vanamente in attesa di una risposta dalla sua misteriosa amata, soltanto la fisarmonica e il piccolo pianoforte di un muto, enigmatico compagno di scena, Giovanni Melucci". Nicoletta Fabio - PersiInSala 
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"... i momenti comici si susseguono in rapida serie, lasciando spazio a brevi digressioni drammatiche e poetiche, nelle quali Loizzi riesce ad esprimere tutta la malinconia alcolica del suo personaggio, accompagnato dalla musica di Giovanni Melucci. Per tutti questi motivi Mi sono arreso a un nano è uno spettacolo eccentrico, difficile e diverso" - TeatroTeatro.it
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"In una Milano dagli infiniti stimoli, dai più interessanti ai più deludenti, si accoglie sempre con una certa titubanza una nuova proposta che sembri discostarsi dal filone cosiddetto classico, tuttavia un ‘salto nel buio’ può rivelarsi una strabiliante sorpresa di luce, intelligenza, professionalità e di divertimento quale non succedeva da tempo. È quanto mi è accaduto al ‘Teatro della Contraddizione con Massimiliano Loizzi, esilarante mattatore nonché autore di una serata veramente diversa, se non eccezionale. È lui la vera scoperta, un fiore all’occhiello ignoto ai più e assolutamente da valorizzare."
Wanda Castelnuovo - Teatro.Org

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Leggi la recensione del CorrieredellaSera


OPINIONI DI UN CLOWN

"Massimiliano Loizzi  si dimostra sorprendente one man show dal talento ammaliatore, fuoco d'artificio sul palco capace di ipnotizzare un pubblico divertito e un po' spaventato. Spettacolo di pancia ben equilibrato, ricetta di qualità che gioca su confini (in)stabili: poesia e trivialità, idealismo e quotidiano, lacrima e risate. Dal geniale romanzo di Boll (molto più vicino per sensibilità che narrazione)[...] Drammaturgia fresca che lascia spazio all'improvvisazione. Si ha la forza per trascinare in maniera pulita, bisogna approfittarne. E crederci." Diego Vincenti, Hystrio.
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"I Mercanti di storie mettono in piedi un vero e proprio spettacolo circense per solista accompagnato da pregevole orchestrina e attorniato da acconcio immaginario visivo. [...] oltre ai testi corrosivi e poetici, a numeri di alta clowneria, a mirabili esempi di comicità muta, quel che fa la differenza è il coinvolgimento del pubblico[...] L'arte di strada qui omaggiata, seppure nel chiuso di un teatro, mantiene intatti i suoi umori, sapori, persino odori, in quello che è anche una manifesto esplicito della propria eversiva irriproducibilità: ovvero ciò rende il teatro ancora vivo e meritevole di essere vis(su)to." Carlo Cima, Corvo Rosso Magazine



RADIO OVVERO L'ADUNATA DEI REFRATTARI

"“Radio, ovvero l’Adunata dei Refrattari” (al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli dal 28 al 30 dicembre 2010), fucina di rivoltosi mai rivoltanti, è happening clandestino per anime disperse alla deriva [...] La Piccola Orchestra Fonomeccanica (un quintetto oriinale e sorprendente nella scelta dei suoni e degli strumenti atipici) segue a ruota le istrionerie del “Capitano” Loizzi, ibrido perfetto tra Paolo Rossi ed un Vinicio Capossela impertinente: nessuno sconto al nemico, parole come rasoi, musiche taglienti e testi ironici come mitraglia. Se l’Italia affonda i Refrattari hanno la zattera che fa per noi." Marco Catizone, TeatroCult
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